L'album si apre con i colpi cadenzati sul Ride della batteria di Blind, forse il singolo più conosciuto della band. Il gruppo mette subito le cose in chiaro con la violenza delle percussioni e delle chitarre a 7 corde ribassate fino alla tonalità del Si (altra particolarità del gruppo, contribuirono in qualche modo a incrementare l'utilizzo delle chitarre a 7 corde nella musica rock, dopo che il calo di fama della musica virtuosa le aveva fatte abbandonare). Il brano tratta i problemi di droga passati dal vocalist della band. Si passa a Ball Tongue: l'aggressività dei primi secondi è sicuramente la componente che verrà ripresa con più insistenza dagli Slipknot, che costruiranno in futuro il loro sound proprio su questo stile. Il basso funk e il cantato di Davis (che alterna lamenti strazianti a “growl” potenti fino a rime rap) rendono il brano unico: questo è lo stile dei Korn.
Clown è un altro brano potentissimo, quasi dissonante, la batteria scandisce un ritmo demoniaco. Concentriamoci sul testo: un ragazzo disadattato, schernito dai suoi compagni, lo stesso protagonista di Faget, altro gran pezzo dove i lamenti di Davis sono sentiti più che mai (il brano è fortemente autobiografico).
Passiamo a Shoots And Ladders: le cornamuse che aprono dolcemente il brano sfociano all'improvviso in una sfuriata metal, accompagnata da un testo confuso e malato, un'accozzaglia di filastrocche per bambini. Daddy, che chiude l'album, è forse la traccia più particolare, mai suonata dalla band live. In questa canzone, che si apre con un coro a cappella, il vocalist della band americana riversa tutto il suo disagio (la violenza subita in infanzia da un vicino di casa) tanto da scoppiare in un pianto sofferto alla fine del brano (vero a detta dei presenti alle registrazioni), poi c'è solo silenzio per 10 minuti, dopo così tanta rabbia.
Korn, in definitiva, è l'album più adatto per sfogare la propria rabbia interiore, lasciandosi trascinare da quella del gruppo americano, nel fiore della sua creatività, andata svanendo inevitabilmente con gli anni.
Voto: 8
Andrea Befera
Nessun commento:
Posta un commento