Disagio,
malinconia, puro decadentismo moderno, una mezz'ora di sconforto post
adolescenziale. Questo è Jar Of Flies
degli Alice In Chains, datato 1994, forse uno dei dischi più belli del decennio
e dell'intera musica grunge. E' un lavoro che si discosta dai canoni consueti
degli AIC: un EP semiacustico da 7 tracce, private della potenza sonora della
band di Seattle pur mantenendo la profondità dei testi e le stesse tematiche.
Venne composto in tutta fretta per contrastare commercialmente l'uscita del
nuovo lavoro degli Stone Temple Pilots, in una settimana esatta, giorni di
alcohol e tristezza sentita.
E' anche il primo disco in cui suona Mike Inez, il
nuovo bassista della band, il cui contributo sarà fondamentale nella riuscita
di tutti i brani, in particolar modo in I
Stay Away. Ci sono ancora le chitarre abbassate di mezzo tono, c'è ancora
la voce espressiva di Layne che si intreccia con quella di Cantrell ma
dimenticatevi le cavalcate alternative metal di Them Bones o We Die Young,
questa è tutta un'altra cosa. L'EP si apre con Rotten Apple, pezzo psichedelico, dai versi ripetitivi e ambigui:
linea di basso a dir poco geniale.
La seconda traccia è forse la migliore e la
più celebre del disco, Nutshell si
articola su 4 accordi ma è una delle ballate rock più commoventi e meravigliose
mai scritte: la voce di Layne diventa tutt'uno con il brano ed è già leggenda,
"We Chase Misprinted Lies" diceva Staley, ed aveva nettamente
ragione. Parte l'assolo ricco di delay, indimenticabile. I Stay Away può vantare un intro delizioso e azzeccatissimo, dopo
circa 50 secondi di pura armonia il cambio di sonorità coglie vagamente impreparato
chi ascolta, poi il ritorno all'intro. Un pezzo indimenticabile.
E' la volta di
No Excuses, traccia rock decadente
piuttosto famosa che trascinò l'intero Ep in testa alle classifiche americane:
le voci di Cantrell e Staley si intrecciano nel solito gioco di armonie che fa
scena, un ottimo pezzo. Whale e Wasp è
una composizione strumentale in cui emerge tutto il buongusto di Cantrell nella
scelta di armonie perfette: il brano ricorda il ronzio di una mosca e una
balena, proprio come dichiara il titolo. E' l'ora di Don't Follow, bellissima
traccia arpeggiata che fa pensare a un ambiente bucolico, qui è Cantrell a
cantare, accompagnato verso il finale da Staley.
Il disco si chiude con Swing On This, forse l'unico brano di
cui si poteva fare a meno, un pò fuori tema nel contesto, ma che contribuisce a
spezzare i toni tristanzuoli del lavoro composto dal quartetto di Seattle. Jar Of Flies è sicuramente una perla in
mezzo al mare della musica alternative rock anni 90, toccante ed espressivo
come pochi altri album del periodo.Un must-have assoluto per tutti i tipi di
ascoltatori.
Voto: 8,5/10
Andrea Befera
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