Il 2001 è
stato un anno tragico per la storia dell'umanità: l'attacco alle Torri Gemelle
lasciò a bocca aperta miliardi di persone in tutto il mondo e la vita di molti
non fu più la stessa dal fatidico 11 Settembre di quell'anno. In quei giorni Toxicity dei System Of A Down era al
primo posto della classifica di Billboard. Sulla copertina una scritta che è
chiaramente una parodia di quella di Hollywood, sullo sfondo una collina arida.
Reduci dall'omonimo disco d'esordio, carico di riff violentissimi e d'impatto
(come in Sugar), i SOAD non fanno
altro che proseguire sulla linea già tracciata dal loro precedente lavoro. Le
chitarre sono ancora le stesse, come i vocalizzi di Tankian e i riff di
Malakian. Quello che rese particolarmente celebre il disco è sicuramente
l'aggiunta di alcuni elementi melodici che rendono appetibile il lavoro ad un
pubblico più vasto. La title track è uno dei pezzi più riusciti, costruito su
un accordatura in drop C e su un arpeggio relativamente anonimo che sfocia in
una delle composizioni alternative metal più conosciute dell'ultimo decennio.
Il testo lascia riflettere: come hanno ripetuto in passato più volte in passato
i System, è l'ascoltatore che deve assegnare una propria interpretazione alle
canzoni.
Il vero capolavoro è forse Chop
Suey, dove emerge tutta l'abilità del frontman nel destreggiarsi tra
parlato frenetico, urla e cantato melodico. Memorabile anche Science, che può vantare un intermezzo
strumentale veramente notevole che rimanda volente o nolente alle atmosfere
orientaleggianti dell'Armenia, da dove proviene il quartetto. La traccia di
chiusura, Aerials, è un degno finale
ad un album eccellente che rappresenta una delle migliori interpretazioni in
chiave alternative del metal moderno. Arto,
la hidden track, è una composizione strumentale legata alla già citata
Aerials che richiama molto ritmi tribali e proibiti.
Voto:
7,5/10
Andrea Befera
Nessun commento:
Posta un commento