sabato 15 ottobre 2011

Alice In Chains – Jar Of Flies

Disagio, malinconia, puro decadentismo moderno, una mezz'ora di sconforto post adolescenziale. Questo è Jar Of Flies degli Alice In Chains, datato 1994, forse uno dei dischi più belli del decennio e dell'intera musica grunge. E' un lavoro che si discosta dai canoni consueti degli AIC: un EP semiacustico da 7 tracce, private della potenza sonora della band di Seattle pur mantenendo la profondità dei testi e le stesse tematiche. Venne composto in tutta fretta per contrastare commercialmente l'uscita del nuovo lavoro degli Stone Temple Pilots, in una settimana esatta, giorni di alcohol e tristezza sentita. 

E' anche il primo disco in cui suona Mike Inez, il nuovo bassista della band, il cui contributo sarà fondamentale nella riuscita di tutti i brani, in particolar modo in I Stay Away. Ci sono ancora le chitarre abbassate di mezzo tono, c'è ancora la voce espressiva di Layne che si intreccia con quella di Cantrell ma dimenticatevi le cavalcate alternative metal di Them Bones o We Die Young, questa è tutta un'altra cosa. L'EP si apre con Rotten Apple, pezzo psichedelico, dai versi ripetitivi e ambigui: linea di basso a dir poco geniale. 

La seconda traccia è forse la migliore e la più celebre del disco, Nutshell si articola su 4 accordi ma è una delle ballate rock più commoventi e meravigliose mai scritte: la voce di Layne diventa tutt'uno con il brano ed è già leggenda, "We Chase Misprinted Lies" diceva Staley, ed aveva nettamente ragione. Parte l'assolo ricco di delay, indimenticabile. I Stay Away può vantare un intro delizioso e azzeccatissimo, dopo circa 50 secondi di pura armonia il cambio di sonorità coglie vagamente impreparato chi ascolta, poi il ritorno all'intro. Un pezzo indimenticabile. 

E' la volta di No Excuses, traccia rock decadente piuttosto famosa che trascinò l'intero Ep in testa alle classifiche americane: le voci di Cantrell e Staley si intrecciano nel solito gioco di armonie che fa scena, un ottimo pezzo. Whale e Wasp è una composizione strumentale in cui emerge tutto il buongusto di Cantrell nella scelta di armonie perfette: il brano ricorda il ronzio di una mosca e una balena, proprio come dichiara il titolo. E' l'ora di Don't Follow, bellissima traccia arpeggiata che fa pensare a un ambiente bucolico, qui è Cantrell a cantare, accompagnato verso il finale da Staley. 

Il disco si chiude con Swing On This, forse l'unico brano di cui si poteva fare a meno, un pò fuori tema nel contesto, ma che contribuisce a spezzare i toni tristanzuoli del lavoro composto dal quartetto di Seattle. Jar Of Flies è sicuramente una perla in mezzo al mare della musica alternative rock anni 90, toccante ed espressivo come pochi altri album del periodo.Un must-have assoluto per tutti i tipi di ascoltatori.


Voto: 8,5/10



Andrea Befera

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