sabato 15 ottobre 2011

System Of A Down – Toxicity



Il 2001 è stato un anno tragico per la storia dell'umanità: l'attacco alle Torri Gemelle lasciò a bocca aperta miliardi di persone in tutto il mondo e la vita di molti non fu più la stessa dal fatidico 11 Settembre di quell'anno. In quei giorni Toxicity dei System Of A Down era al primo posto della classifica di Billboard. Sulla copertina una scritta che è chiaramente una parodia di quella di Hollywood, sullo sfondo una collina arida. 

Reduci dall'omonimo disco d'esordio, carico di riff violentissimi e d'impatto (come in Sugar), i SOAD non fanno altro che proseguire sulla linea già tracciata dal loro precedente lavoro. Le chitarre sono ancora le stesse, come i vocalizzi di Tankian e i riff di Malakian. Quello che rese particolarmente celebre il disco è sicuramente l'aggiunta di alcuni elementi melodici che rendono appetibile il lavoro ad un pubblico più vasto. La title track è uno dei pezzi più riusciti, costruito su un accordatura in drop C e su un arpeggio relativamente anonimo che sfocia in una delle composizioni alternative metal più conosciute dell'ultimo decennio. Il testo lascia riflettere: come hanno ripetuto in passato più volte in passato i System, è l'ascoltatore che deve assegnare una propria interpretazione alle canzoni. 

Il vero capolavoro è forse Chop Suey, dove emerge tutta l'abilità del frontman nel destreggiarsi tra parlato frenetico, urla e cantato melodico. Memorabile anche Science, che può vantare un intermezzo strumentale veramente notevole che rimanda volente o nolente alle atmosfere orientaleggianti dell'Armenia, da dove proviene il quartetto. La traccia di chiusura, Aerials, è un degno finale ad un album eccellente che rappresenta una delle migliori interpretazioni in chiave alternative del metal moderno. Arto, la hidden track, è una composizione strumentale legata alla già citata Aerials che richiama molto ritmi tribali e proibiti.

Voto: 7,5/10 


Andrea Befera

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